Sperimentare con i materiali e giocare con le forme. Modelli senza confini. Incontro con un artista libero in residenza sull’isola di Pantelleria
Estetica pura e funzionale. Colori e grafica audaci. Un’immagine forte e femminile. Una curiosità per forme e volumi organici e totemici. Una passione per il know-how e l’artigianato. Questo è ciò che guida l’artista e designer multidisciplinare Corinne Brun.
Dopo una carriera come graphic designer per prestigiose case di moda, poi come illustratrice per riviste internazionali a Londra, Coco ha fondato nel 2010 Forget Me Not, un marchio minimalista e pop di moda e design che riunisce le sue passioni. Producendo concetti creativi intorno al motivo, lo studio non ha confini o limiti. Coco trae ispirazione dall’architettura, dalla mitologia e dall’antropologia e firma motivi ritmici e colorati. Corinne Brun ci racconta della sua residenza d’artista in Italia al Parco Dei Sesi e condivide le sue ispirazioni. Un incontro posto sotto il segno del colore.
Il tuo feedback dalla residenza per artisti Parco Dei Sesi sull’isola di Pantelleria?
“Al Parco Dei Sesi, era come una luna, c’erano contrasti di colori incredibili, non aveva niente a che vedere con il mio ambiente abituale. Lì il tempo si era fermato, non c’erano interferenze. Ciò che è interessante del processo di residenza è che ti trovi proiettato con altre persone in un ambiente, uno spazio che ti è completamente sconosciuto”.
Un aggettivo per descrivere questa esperienza?
“Sorprendente. Sono stato sorpreso dall’ambiente e dalle mie creazioni che erano improvvisamente un tutt’uno con il luogo”.
Il tuo processo creativo al Parco Dei Sesi?
“Al Parco Dei Sesi sono arrivato con poco materiale, quindi ho finito per fare poco lavoro di preparazione. Spesso, quando vado a una residenza, cerco di pianificare materiali su cui non ho mai lavorato prima, quindi sono un po’ in trappola e devo creare con quello che ho portato. Lo trovo interessante perché quando si è in un ambiente disordinato, si pensa in modo diverso”.
Un materiale preferito?
“In realtà non ne ho uno. Non appena ho imparato un processo, cambio materiale. Va dal legno, al cuoio, al metallo… Lavoro più in relazione al materiale che all’utilità finale”.
Il tuo progetto attuale?
“La fiera d’arte contemporanea alternativa di Città del Messico. Ho lavorato su diverse forme di volumi che si adattano l’uno all’altro. Svilupperò queste forme anche con altri materiali come il marmo”.
Un colore che ti piace abbinare a tutto?
“Non ho idea di come definire la mia tavolozza di colori, ma dirò che uso molto i blu e i verdi”.
Una colonna sonora da ascoltare a ripetizione?
“Amo disegnare mentre ascolto i requiem di Mozart, ma immagino che per molte persone questo possa essere angosciante. Amo anche la world music, quando vado in Messico per esempio ascolto la musica tradizionale”.
Qual è stata l’ultima mostra che si è distinta per lei?
“Una mostra sul lavoro di Anni e Joseph Albers perché c’è una vera riflessione sul colore. Anche il suo lavoro sul Messico è molto stimolante”.
Quali sono le tue prossime collaborazioni?
“Lavoro principalmente con marchi italiani per sviluppare un intero sistema di installazione con pelle e metallo. In Messico, lavoro con gli artigiani locali. Lì lavoro anche con la tessitura e la pittura naturale”.