Quando il Museo d’Orsay collabora con la Villa Medici. Un incontro senza tempo con Marie Robert.
“Chi ha paura delle donne fotografo?“, “Splendori e miserie. Immagini della prostituzione“, “Jazz Power“, “Finalmente il cinema! Arts, images et spectacles en France” – tutte mostre che hanno rivelato il talento e la sensibilità della curatrice francese Marie Robert.
Il suo argomento preferito? Le scienze sociali e il rapporto tra fotografia e politica.
Oggi curatrice capo della fotografia e del cinema al Musée d’Orsay, Marie Robert ha insegnato alla prestigiosa Ecole du Louvre e ha completato una residenza d’artista a Roma, a Villa Medici.
Marie ci parla delle sue ispirazioni, della sua storia e della sua residenza a Roma.
Un incontro stimolante al crocevia tra Francia e Italia.
Come riassumerebbe la sua carriera ?
“Diverse tappe del mio percorso professionale hanno comportato concorsi per la funzione pubblica (École Normale Supérieure, Agrégation, Institut National du Patrimoine), che mi hanno permesso di passare a incarichi successivi, di assumere diverse responsabilità e soprattutto di individuare ciò che mi spinge a lungo termine: cercare di dare un senso alla nostra effimera presenza sulla terra attraverso le opere realizzate dai creatori. Dopo il Musée national des arts et traditions populaires e la Médiathèque du patrimoine et de la photographie, nel 2011 sono entrata al Musée d’Orsay, dove ho curato una ventina di mostre con un forte orientamento alle scienze sociali e interdisciplinare. Oggi mi piace sempre di più far dialogare le pratiche degli artisti contemporanei con la storia della fotografia.”
Quali sono le sue mansioni al Musée d’Orsay e quali i suoi compiti principali ?
“Sono responsabile delle collezioni di fotografia e di film. Come curatore del patrimonio, mi assicuro che le opere – il nostro patrimonio comune, inalienabile e imprescrittibile – siano accessibili a tutti, ora e in futuro. Questo significa preservarle nelle migliori condizioni possibili e restaurarle dove necessario. Significa anche arricchire la collezione con acquisizioni, studiarla (attraverso l’insegnamento, le conferenze e le pubblicazioni) e condividerla, sia prestando le opere ad altri musei in Francia o all’estero, sia organizzando mostre.”
Come è nata la sua residenza a Villa Medici ? Era un sogno ?
“Qualche anno fa, mentre preparavo una mostra sulle donne fotografe, ho scoperto l’eccezionale collezione di fotografie scattate a Villa Medici a partire dal 1888 da Gabrielle Hébert, fotografa dilettante e moglie del direttore dell’epoca, Ernest Hébert. Mi sono poi chiesta se esistessero altri diari in immagini lasciati dai residenti, dai direttori, dagli impiegati, dai visitatori e da tutti gli abitanti della Villa che ci permettessero di raccontare una storia diversa da quella che gli scritti o gli archivi hanno prodotto. Ho quindi proposto all’Académie de France di Roma un progetto di ricerca sul ruolo delle immagini personali e sugli usi privati della fotografia. Avevo anche una profonda nostalgia di Roma e dell’Italia da molto tempo, come il bisogno di reinventarmi rompendo con la routine, di assaporare la concentrazione in un tempo libero e di riconnettermi con il significato profondo degli incontri.”
Due aggettivi per descrivere questa esperienza unica ?
“Gratitudine (a Christophe Leribault, presidente del Musée d’Orsay e a Sam Stourdzé, direttore di Villa Medici, e ai contribuenti che rendono possibile l’esistenza di questi programmi, e, soprattutto, a tutti coloro che abbiamo incontrato quest’anno) e gioia. Questa esperienza ha stravolto la mia vita.”
Ci può parlare della sua residenza a Villa Medici ? È il primo curatore residente specializzato in fotografia ?
“Nel 2023 ho trascorso un anno a Villa Medici, messa a disposizione dal Musée d’Orsay all’Académie de France. La mia ricerca, in parte ricerca e in parte indagine, ha comportato la raccolta di migliaia di fotografie scattate negli ultimi 180 anni. Ho incontrato i loro autori, i loro proprietari e i loro eredi e ho raccolto oltre centocinquanta testimonianze personali. Grazie a questa indagine e all’attivazione di questa rete, l’Académie de France ha potuto lanciare l’Album de la Villa, una piattaforma partecipativa che invita tutti ad andare dietro le quinte. Spesso riservate, queste immagini prodotte per se stessi o per i propri cari non erano inizialmente destinate a essere rese pubbliche. Eppure rivelano molti aspetti della vita dell’istituzione e ci dicono molto sulla pratica della fotografia in un luogo straordinario. Molti fotografi, curatori e storici della fotografia (tra cui Clément Chéroux o Guillaume Le Gall) mi hanno preceduto, ma nessun curatore specializzato in fotografia (che io sappia).”
La residenza alla Villa è rilevante per i suoi futuri progetti al Museo d’Orsay ?
“La residenza è stata l’occasione per una collaborazione senza precedenti tra queste due istituzioni, che hanno una lunga storia in comune (molti degli artisti che hanno vinto il Prix de Rome e che hanno soggiornato alla Villa nel XIX secolo hanno esposto le loro opere al Musée d’Orsay; diversi curatori e/o direttori del Musée d’Orsay erano originariamente residenti alla Villa (Isabelle Julia, Henri Loyrette, Guy Cogeval, Christophe Leribault). Per quanto mi riguarda, stiamo progettando una mostra monografica dedicata a Gabrielle Hébert, nonché una grande mostra multidisciplinare sulla famiglia, in cui la fotografia privata e il cinema amatoriale avranno un ruolo importante.”
Quali fotografi e registi la ispirano maggiormente ?
“Il mio soggiorno a Roma è stato per me un’occasione per scoprire la storia della fotografia in Italia, così come la scena più contemporanea. La mia ricerca alla Villa mi ha anche permesso di scoprire gli approcci unici di tutti i fotografi, registi e artisti che usano la fotografia che hanno soggiornato lì. Mi piace in particolare il mondo dei due residenti Yasmina Benabderrahmane e Ismaïl Bahri, che uniscono fotografia e cinema, e che ho incontrato nel 2023.”
L’ultima mostra romana o parigina che l’ha maggiormente impressionata
“Emilio Prini al MACRO (Roma), A partir d’elle. Gli artisti e le loro madri al BAL (Parigi).”
INFORMAZIONI PRATICHE
Crediti © 2024 texte– Caroline Duperray
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