Un’esplorazione libera e poetica di forme, materiali e colori.
Incontra i fondatori dello Studio Ebur.
Un’estetica audace, giocosa e classica al tempo stesso, che ricorda il maestro decoratore Jean Royère: questa è la cifra stilistica dello Studio Ebur.
Dahlia Hojeij Deleuze e Racha Gutierrez si sono incontrate a scuola in Costa d’Avorio. Nel 2020, dopo aver studiato architettura a Parigi, hanno fondato il loro studio di design Studio Ebur.
Dalle onnipresenti ondulazioni ai mobili in ferro battuto, i due amici si fanno beffe delle convenzioni.
Dal Libano, dove hanno trascorso tutte le loro estati, hanno conservato l’impronta di uno stile orientale e multiculturale, aperto al Mediterraneo, sovrapposto a un’estetica ispirata alle arti decorative francesi e italiane della prima metà del XX secolo.
Sono questi gli ambienti in cui sono nate la loro ammirazione per l’artigianato e la loro passione per la creazione. Un’unica parola d’ordine: equilibrio.
Come è nato lo Studio Ebur ? Perché questo nome ?
“Siamo amici da quando eravamo bambini in Costa d’Avorio, e il desiderio di lavorare insieme per creare spazi e oggetti è nato quando studiavamo architettura a Parigi. Mentre lavoravamo insieme ci siamo resi conto di avere già valori e desideri comuni, con gusti molto simili.
Il nome ‘Ebur‘ significa ‘Avorio’ in latino, quindi è stato un modo per rendere omaggio alla terra in cui siamo cresciuti, soprattutto perché lì abbiamo realizzato i nostri primi pezzi.”
Qual è il vostro materiale preferito ?
“Amiamo i modi naturali come il legno, la ceramica, la seta selvatica… Pensiamo costantemente alla patina che questi materiali assumeranno nel tempo, apprezziamo i luoghi e le cose che invecchiano bene e sono senza tempo.”
La sua palette di colori del momento ?
“Dipende dal progetto. Non esitiamo a sperimentare combinazioni di colori e ci piace attenerci a una dominante di colori caldi.”
Da dove traete ispirazione ?
“Quando eravamo giovani, abbiamo viaggiato molto tra l’Africa occidentale, il Libano e l’Europa. Per quanto possibile, cerchiamo di continuare questi viaggi, per farci un’idea del luogo e scoprire oggetti che non si trovano ovunque. Ci piace anche collezionare libri e trarne ispirazione prima di iniziare ogni progetto, cercando di non accontentarci di tutte le immagini che vediamo ogni giorno sui social network o sulle riviste.”
L’estetica mediterranea è una fonte di ispirazione per i suoi progetti ?
“Sì, lo è! Abbiamo trascorso molto tempo sulla costa mediterranea, tra il Libano, il Sud della Francia e l’Italia.”
I vostri attuali desideri creativi ?
“Attualmente stiamo sviluppando pezzi di nuova edizione che completeranno la nostra collezione lanciata nel maggio 2023. Stiamo sperimentando nuove forme e materiali, lavorando con nuove scale, pur conservando l’impronta già presente nei nostri primi pezzi.”
Quale sarebbe il progetto dei vostri sogni ?
“Non ne abbiamo in mente uno solo, ma sublimare un vecchio palazzo vicino al mare sarebbe uno di questi!”
Qual è la storia della vostra prima collezione, “Le bruit de la mer“?
“La nostra collezione “Le bruit de la mer” è da qualche parte la sintesi di questi viaggi, di queste scoperte ed esperienze, e della nostalgia che ne proviamo. Questo ci ha portato a voler creare pezzi che potessimo immaginare tanto in una capanna in riva al mare, per esempio, quanto in un palazzo siciliano del XVII secolo.”