Quando la storia incontra il design: un’immersione nel mondo onirico di Andrea Mancuso.
Lo studio multidisciplinare Analogia Project, che crea esperienze, luoghi e arredi, ha ottenuto una serie di successi dalla sua fondazione nel 2011. Il fondatore, Andrea Mancuso, utilizza il design per stimolare la curiosità degli spettatori e interagire con loro mescolando il familiare con l’inaspettato.
Si ispira al vocabolario del contemporaneo e dell’antico. Interponendo il passato con il presente, il designer italiano reinventa spazi in cui ogni oggetto ha un senso. Il suo marchio di fabbrica è creare narrazioni che trascendono la storia, la cultura, il tempo e lo spazio attraverso una scelta ponderata di tecniche, materiali e motivi.
Il risultato della sua ricerca e della sua immaginazione sono apparecchi di illuminazione eterei, mobili provenienti da altre terre e lampade a sospensione che combinano diversi tipi di marmo – Bianco Carrara, Verde Alpi, Giallo Reale e Rosso Alicante – lavorati fino a incarnare la natura evocativa della luce.
Ecco un designer italiano contemporaneo da seguire con attenzione.
Analogia Project in poche parole?
“Analogia Project è uno studio di design basato sulla ricerca e sull’osservazione. La nostra pratica progettuale è caratterizzata da un approccio narrativo, che sfida la percezione dello spazio, ponendo l’accento su un’approfondita ricerca storica e sull’interpretazione creativa dei materiali.”
Cosa ha influenzato il suo gusto?
“Negli ultimi dieci anni ho lavorato a una varietà di progetti, dagli oggetti alle installazioni. Ho sempre sfidato l’aspetto narrativo di ogni progetto intercettando una memoria collettiva che potesse, in qualche modo, coinvolgere lo spettatore da un punto di vista personale. Ognuno di questi progetti ha arricchito, influenzato e plasmato il mio gusto”.
Da dove trae ispirazione?
“Principalmente dai viaggi, ma anche dai libri. In generale, traggo ispirazione da ciò che mi circonda”.
Qual è il suo movimento artistico preferito?
“Uno dei miei movimenti artistici preferiti è l’Arte Povera, il cui uso di materiali non convenzionali influenza tuttora l’approccio al design contemporaneo”.
Una tavolozza di colori preferita?
“Mi affascina la tavolozza dei colori autunnali”.
Un materiale che ha usato di recente?
“Lavoro con molti materiali. Quando capisci i limiti di un materiale, limiti anche la tua immaginazione, per questo mi piace usare materiali che non ho mai usato prima. Alla fine, non ho un materiale feticcio”.
La storia e il patrimonio italiano la ispirano nel suo lavoro?
“Assolutamente sì, soprattutto in Storywall, un progetto nato nel 2012 quando sono tornato a vivere in Italia dopo un capitolo di sette anni di vita a Londra.
In Italia abbiamo un rapporto molto particolare con la storia che ci circonda, la diamo per scontata e in qualche modo ne ignoriamo la presenza. Inoltre, l’eredità non è solo incarnata dalla nostra storia, ma anche dalle tradizioni e dall’artigianato che giocano un ruolo importante nel mondo del design in generale.”
Un film da rivedere più volte?
“Il film Non ci resta che piangere, un film italiano scritto e diretto da Roberto Benigni e Massimo Troisi nel 1984”.
Un artista che ammira e che la ispira?
“L’artista contemporaneo islandese-danese Olafur Eliasson, noto in tutto il mondo per i suoi interventi multisensoriali che combinano fenomeni scientifici e preoccupazioni ambientali”.
Quali sono i suoi prossimi progetti?
“Sorpresa! “
INFORMAZIONI PRATICHE
analogiaproject.com
Crediti © 2023 testo – Caroline Duperray
LdG Art & Patrimoine