Paesaggi utopici, ambientazioni tra cielo e terra, ispirazioni antiche e futuristiche. Incontro con l’asso del virtuale.
Creatori di una nuova mitologia, i designer 3D infrangono i codici del design odierno per reinventarli al meglio. Rispettati e adorati dalla scena creativa, stanno inventando un nuovo mondo. Il digital designer argentino Andrés Reisinger, rappresentato dalla galleria milanese Nilufar, ci introduce nel suo mondo onirico.
Toni polverosi, atmosfere morbide e rilassanti, universi utopici, paesaggi spogli, ispirazioni antiche, il designer ci porta con sé nella sua odissea onirica.
Dietro il suo schermo, l’audace designer immagina paesaggi surreali, ville poetiche e stanze fantasmagoriche. Nelle sue creazioni ultra-realistiche, Andrés Reisinger mette in scena l’irreale. Antico o futuro? I confini si confondono e si creano ponti tra un mondo digitale immaginario e il mondo fisico.
Con riferimenti all’architettura postmoderna di Ricardo Boffil, ai templi greci con colonnati o ai portici delle ville palladiane, il designer reinventa la nozione di tempo presente. Un invito a sognare.
Qualche parola per descrivere il suo stile ?
“Indefinibile, surreale, inclassificabile.”
Chi sono le sue influenze nel processo creativo ?
“Molte cose mi influenzano nel mio lavoro. I personaggi storici e il mondo naturale sono fonti di ispirazione ricorrenti. Il mio processo creativo inizia spesso con una lunga fase di ricerca. Ma a volte sono nel momento e la mia fase di produzione creativa è più veloce. D’altra parte, c’è una costante nel mio processo creativo: parto sempre da una riflessione, da una creazione digitale.”
Quale sarebbe il suo messaggio agli architetti e ai designer di domani ?
“Penso che come designer dobbiamo adattare la nostra attività a questa nuova era ibrida, in cui la cultura, l’arte e il design sono liberati dai vincoli spazio-temporali e dobbiamo riscrivere insieme le regole dell’esperienza”. Voglio dimostrare al mondo che non è più necessario toccare fisicamente un oggetto per esserne toccati.”
Cosa le piace di più dell’essere un designer e un artista digitale ?
“Sento che come artista digitale mi do l’opportunità di essere più libero. La mia pratica progettuale non si limita al mondo fisico. La piattaforma digitale espande l’orizzonte delle possibilità, ciò che era impossibile nel mondo fisico ora diventa fattibile.”
Qual è la cosa più eccitante del metaverso ?
“Le possibilità del metaverso sono molte, ci sono ancora molti vantaggi da scoprire. Per me il metaverso è il simbolo di un mondo senza limiti dove c’è tutto da costruire, tutto da inventare.”
Quale sarebbe il progetto dei suoi sogni ?
“Il mio sogno sarebbe che il mio lavoro fosse in una collezione museale, questa volta reale, non solo nel metaverso.”
Quali sono i suoi progetti attuali ?
“Attualmente sto lavorando a diversi progetti: uno a Palazzo Strozzi a Firenze, due per il Salone di Milano con la galleria contemporanea Nilufar e lo studio di design Moooi. Sto anche lavorando a diverse commissioni private negli Stati Uniti.”
Un luogo che le piace particolarmente a Roma ?
“Il giardino degli aranci a Roma. Può sembrare un po’ un cliché, ma questo posto mi regala molte emozioni.”
Una scenografia cinematografica che l’ha colpita ?
“Direi il film cult La piel que habito, di Pedro Almodovar.”
INFORMAZIONI PRATICHE
Crediti © 2022 testo – Caroline Duperray
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