
Una reinterpretazione unica dell’arte antica.
Un modellamento archeologico sotto dita meticolose.
Lino antico che si trasforma in una statua cucita con filo bianco. Un incontro con l’artista spagnolo Sergio Roger, che ha il vento tra le vele.
Dal suo studio nel Barrio Gotico di Barcellona, l’artista tessile Sergio Roger, ex studente dell’Accademia delle Arti di Berlino, sperimenta e assembla tessuti antichi per creare sculture ispirate al mondo antico. Frutto di un’ampia ricerca e di una meticolosa lavorazione, ogni sua scultura tessile è unica. Sergio sceglie con cura i materiali con cui lavora. Tutti loro hanno un forte sfondo storico in comune. Il suo tessuto preferito? Lino. Questo materiale resiste al passare del tempo e dà alle sue opere una vera anima.
Cesare, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone o anche Giove e la dea Selena sono tutte ispirazioni per l’artista di Barcellona. Nel 2021, Sergio ha presentato a Milano la sua serie Textile Ruins, una collezione di busti e altri pezzi ispirati alla cultura greco-romana. Una sfida alla nostra immaginazione classica della scultura antica.
Reinterpretando elementi iconici della storia dell’arte e liberandosi da idee preconcette, l’artista spagnolo reinventa i codici artistici della bellezza greco-romana. Il suo sogno? Riprodurre un tempio romano in rovina in scala reale.
Incontra un amante del dettaglio con un gesto creativo unico e uno stile decisamente poetico.


Qualche parola per descrivere il suo lavoro?
“Sono un’artista tessile. Le mie sculture reinterpretano elementi iconici della storia dell’arte. Al centro del mio processo creativo c’è il desiderio di decostruire l’idea tradizionale di cosa sia la scultura”.
Il suo mantra?
“Guardare senza toccare è per me un’azione incompleta”.
Qual è il suo processo creativo?
“Di solito lavoro su diversi pezzi allo stesso tempo e passo da 1 a 3 mesi a lavorare su ognuno di essi. Per prima cosa, faccio un prototipo in cotone, una volta ottenuta la forma desiderata, faccio il pezzo con del vecchio lino, lo imbottisco di ovatta e lavoro sulle rifiniture dei capelli o del drappeggio. Ogni pezzo è unico e comporta una nuova sfida e molta sperimentazione. Per ottenere l’effetto desiderato, non esito a provare cose nuove, quindi si può dire che il mio lavoro è anche un misto di tradizione e sperimentazione”.
Il suo tessuto preferito?
“Lino antico. Cerco questi pezzi di tessuto rustico molto spessi con molta consistenza. Per me è importante lavorare con questo materiale perché da un lato riproduce l’effetto pietra che sto cercando e dall’altro mi interessa il suo aspetto storico: il lino viene tessuto da più di 5.000 anni ed è strettamente legato alle antiche civiltà del Mediterraneo”.
Come scegliete i vostri tessuti?
“Ogni tessuto ha di solito più di 100 anni, li trovo nei negozi di tessuti antichi o nei mercati del sud della Francia. Prima di lavorare su un tessuto, ho bisogno di toccarlo, di sentirlo. Sostituendo la pietra o il bronzo con un materiale morbido come il lino, emergono nuove letture della nostra percezione del passato”.


Quale periodo storico la affascina?
“L’arte greca e romana mi ispira molto. Mi piace particolarmente la sua universalità e la sua nozione di bellezza. Mi piace rivisitare la storia dell’arte mantenendo un occhio critico sulla nostra nozione di passato”.
Che effetto cerca di produrre nelle persone che guardano il suo lavoro?
“L’effetto della sorpresa! Se guardate i miei pezzi da lontano e poi vi avvicinate a loro, vi renderete gradualmente conto che non sono sculture di pietra ma di lino. Spero che le persone che vedono le mie sculture percepiscano la quantità di dettagli su cui ho lavorato”.
Un progetto recente?
“Il pezzo su cui ho lavorato recentemente è un busto di Giove. Questa scultura si ispira a una testa di bronzo del dio romano che governa la terra e il cielo che si trova nel Museo d’Arte di Vienna”.
Un sogno?
“Sogno di riprodurre in scala reale i templi greci e romani in rovina!”


INFORMAZIONI PRATICHE
sergioroger.com
Crediti © 2022 testo – Caroline Duperray
LdG Arte e Patrimonio