Mondi utopici, forme giocose, libertà di stile e piacere del colore. Immergiti nell’immaginazione architettonica decisamente poetica di Florence David.
Forme geometriche giocose, gioco di prospettive, aree piatte di colori brillanti, esplorazione del materiale. Attraverso le sue composizioni scultoree e gli schizzi di città, Florence David crea opere d’arte grafiche e incantevoli.
Formatasi come architetto, Florence è tornata gradualmente al suo primo amore: l’arte. Crea opere ispirate dai suoi incontri, dai suoi viaggi, dalle sue letture e soprattutto dal suo lavoro di architetto. Innamorata della Grande Bellezza, esporrà una serie di opere il prossimo settembre a LdG Art & Patrimoine.
La sfida di Florence è quella di evidenziare la bellezza dell’architettura nella sua definizione più stretta. Per lei, che si tratti del dettaglio di una porta o della visione dello skyline di una città, le forme risaltano. Nelle sue opere, Florence immagina l’impensabile. Dalla città sospesa in una finestra che galleggia nel vuoto, l’artista ci invita a un viaggio in un mondo immaginario poetico e colorato.
Un incontro con un artista il cui universo vibrante e libero ricorda Wes Anderson.
Il tuo stile in poche parole ?
“Sono molto influenzato dalla mia professione di architetto. Mi piace mettere in abyme gli elementi della nostra vita quotidiana legati all’architettura, trarne forme geometriche e farne un’opera d’arte. Il mio stile è quindi molto legato alla pura geometria delle forme, un po’ in opposizione ai paesaggi e alla natura. Sono lavori piuttosto costruiti e riflessivi.”
Un argomento preferito ?
“Dipingo con gli acquerelli da quando avevo 6 anni, è così che ho scoperto il colore e le sue sfumature. Col tempo ho imparato altre tecniche. Oggi dipingo a olio, faccio anche opere legate alle evoluzioni tecnologiche: sculture laser. Queste sculture nascono da uno schizzo fatto a mano, poi lo riproduco su un software, quindi, la scultura viene stampata in 2D in legno e cartone. Poi vengo a sovrapporre questi strati, li plasmo, li assemblo e li dipingo.”
Cosa ha influenzato e formato il tuo gusto ?
“Molte tendenze pittoriche mi hanno influenzato quando ero più giovane, come il cubismo, l’arte astratta in generale nelle sue forme. Sono molto interessato alle forme, da dove vengono, come sono costruite. Anche viaggiare mi ha influenzato molto, ho avuto la possibilità di vivere all’estero e scoprire l’architettura e il mondo dell’arte in diversi paesi. Mi ha dato una grande apertura, e penso che in quello che faccio oggi ci sono sempre piccole parti legate al fatto che ho vissuto in Asia, o anche in Sud America.”
Come descriveresti il tuo processo creativo ?
“Disegno molto a mano, ogni mia opera, che sia un dipinto a olio o una scultura, nasce sistematicamente da un disegno a mano. Questi disegni nascono da forme, da ciò che posso vedere durante i miei viaggi. Anche i fumetti mi ispirano molto, sono un fan assoluto del fumettista belga François Schuiten nella sua serie Les cités obscures.”
La tua tavolozza di colori ?
“Mi piacciono i colori puri e vividi. Lavoro principalmente con i monocromi. Il mio colore del momento e penso che rimarrà sempre tale è il blu brillante, il blu klein e le sue varianti. Mi piace molto anche il giallo.”
Che influenza ha l’architettura italiana sul suo lavoro ?
“L’Italia è un paese che mi tocca molto. Per me, è il paese con il patrimonio architettonico più ricco. Non si tratta solo di monumenti isolati come il Colosseo, ma anche di una ricchezza che si può trovare in edifici più comuni come le abitazioni. Tutte le città italiane diventano segni del tempo, e sono molto stimolanti perché evocano il passato. Quello che mi piace in Italia è vedere queste architetture segnate dal tempo. Per esempio, si può trovare un palazzo appena ristrutturato accanto a un vecchio edificio residenziale che si sta deteriorando con intonaco strappato. Avete una giustapposizione di patrimoni che non si rivelano allo stesso modo. Questo decadimento graduale mi affascina.”
L’architetto che costruirebbe la casa dei tuoi sogni ?
“L’architetto americano Frank Lloyd Wright.”
Film con scenografie ispiratrici ?
“Amo i film di Wes Anderson, c’è tutto un universo utopico che cerco di ritrascrivere nel mio lavoro. Quello che mi piace dell’arte più dell’architettura è che tutto è possibile! Posso disegnare città appese a un filo o una finestra che galleggia nel vuoto, le possibilità sono infinite. L’architettura è frustrante perché c’è il prisma della costruzione e della costruibilità, mentre nell’arte non ci sono limiti. Di conseguenza, mi piacciono molto i film che vanno in delirio architettonico, come The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson, Il Signore degli Anelli di Peter Jackson o più recentemente Dune di Denis Villeneuve. Spesso sono meno interessato alla storia, ma mi piacciono molto le ambientazioni fantasy e distopiche che sono spesso ispirate da riferimenti alla vita reale.”
L’ultimo stilista che hai individuato ?
“Amo l’artista londinese Fred Coppin e l’artista francese Fanny Nushka.”
Un piccolo teasing della tua prossima mostra a Roma a settembre ?
“Sarà una mostra molto colorata alla LdG Art & Patrimoine. Voglio evidenziare elementi dell’architettura che non notiamo necessariamente, voglio sognare e creare nuovi mondi combinando forme e colori puri. Sarà un viaggio architettonico artistico.”
INFORMAZIONI PRATICHE
Crediti © 2022 testo – Caroline Duperray
LdG Art & Patrimoine