L’Italia in immagini sovrapposte.
Un viaggio ipnotico attraverso l’obiettivo di Joséphine Vallé Franceschi.
Sfumature molto morbide. Sovrastampe d’argento sui bordi dell’irreale. Suggerimenti per l’immaginazione. Un modo di catturare la luce. Click-clack, ecco Joséphine Vallé Franceschi.
Dietro la sua macchina fotografica, questa fotografa di origine corsa che vive a Parigi cattura il mondo e la natura con un occhio attento ai dettagli e alla composizione. Il risultato? L’immagine diventa una porta aperta all’immaginazione.
Joséphine compone le sue fotografie come enigmi con diversi livelli di lettura. Grazie alle sue sovrastampe d’argento, crea sogni, proposte per l’immaginazione, storie che non sono fisse. Attraverso le sue fotografie, evoca la nostalgia lasciata dai ricordi di viaggio. Un approccio alla fotografia molto organico, dove tutto è fatto sul posto, senza pose fisse o ritocchi fotografici.
Senza sotterfugi, le sue immagini abbracciano il mondo e se ne riappropriano. Dietro il suo obiettivo, i dettagli più insignificanti diventano singolari.
Joséphine esporrà una collezione italiana di opere inedite a Roma a giugno, in occasione della sua mostra personale presso LdG Art & Patrimoine.
Un incontro con un’artista il cui lavoro è ipnotico e delicato.
Il suo stile in poche parole ?
“Vaporoso, morbido, onirico e senza tempo. Mi piace lavorare sulla perdita di punti di riferimento spazio-temporali. Grazie alle sovrastampe d’argento, creo sogni, proposte per l’immaginazione, storie che non sono fisse. Ci sono tante interpretazioni quanti sono i punti di vista possibili. Sovrapponendo immagini che non avrebbero mai dovuto incontrarsi, collego parti della realtà per creare l’immaginario.”
Da dove nasce la sua passione per la fotografia ?
“Il mio gusto per le immagini deriva sicuramente dalla mia passione per il cinema. Quando ero più giovane, ho passato la mia vita nelle sale cinematografiche, dove vado ancora spesso. Questo mi ha sicuramente insegnato il senso dell’inquadratura. Le mie sovrastampe vogliono essere in movimento e rompere con il presupposto realistico della fotografia.”
Come descriverebbe il suo processo creativo ?
“Un processo creativo particolarmente spontaneo. Non ho idee a priori, solo intuizioni. Spesso voglio avvicinarmi il più possibile a una storia personale dandole un sapore di finzione, di intrigo.”
Cosa cerca di mostrare, di esprimere attraverso le sue immagini ?
“Il passare del tempo costituisce, per ognuno di noi, un museo interiore che visitiamo con gioia, tristezza o con un misto dei due chiamato nostalgia. I contorni svaniscono, i dettagli diventano insignificanti; la realtà si dissolve: restano le impressioni da cui nascono i sogni. Questo è il mio lavoro.”
Può parlarci della tecnica di sovrastampa dell’argento ?
“Con una macchina fotografica a pellicola, scatto una prima fotografia, blocco l’inquadratura e ne scatto una seconda, a volte una terza, che viene sovrapposta alla prima. Gli scatti vengono effettuati in luoghi e tempi diversi. Gli effetti di trasparenza, le variazioni di luminosità e i giochi di colore sono naturali. Non ritocco nulla, le immagini appaiono come sono state scattate, senza alcun lavoro di post-produzione o ritocco. Non cerco la perfezione, ma l’armonia. Dove c’è artificio, non c’è poesia, questa è la mia convinzione. Il caso è l’elemento principale del mio lavoro. È solo quando sviluppo l’immagine che scopro il risultato.”
Cosa le piace della fotografia su pellicola ?
“Un rapporto più lento con il tempo in una società che vive nell’immediatezza. Questa attesa per scoprire ciò che abbiamo creato è importante. In particolare, ci permette di fare un passo indietro. E ovviamente quello che mi piace è la magia del cinema. Sono il primo spettatore del mio lavoro quando ricevo le pellicole sviluppate. È una sottile combinazione di maestria e sorpresa. Poiché si può giocare con le linee, padroneggiare l’inquadratura, pensare alla composizione, anticipare gli effetti: più che altrove, ciò che accade nella vasca di sviluppo appartiene alla magia del mio processo, quella degli dei dei sali d’argento.”
Quali artisti la ispirano ?
“Mi ispirano i paesaggi del periodo americano di Antonioni, il Mediterraneo di Signac, gli abiti pastello di Les Demoiselles de Rochefort, la carnagione abbronzata di Cécile in Bonjour
Tristesse, le piscine di Hockney, la libertà di Colette, l’estate italiana di Claude Nori… Gli artisti contemporanei con i quali mi confronto spesso. Ne citerò solo tre per non svelare troppo.
per non svelare troppo. Ange Leccia, la cui videoarte mi commuove in particolare per la sua sensibilità drammatica e luminosa. Déborah Benzaquen, certamente per le stesse ragioni. Una vulnerabilità che mi commuove. E naturalmente Margaux Derhy, l’artista che ha creato il collettivo di cui faccio parte: il Cercle de l’art. Per la sua visione così spesso giusta, illuminata ed esigente.”
Cosa ha influenzato e formato il suo gusto ?
“Sicuramente le mie origini corse, i miei viaggi, numerosi film francesi e italiani degli anni ’60 e ’70 (Plein Soleil, Les Aventuriers, Rocco e i suoi fratelli, Le Guépard, Le Conformiste, Professione: Reporter, Zabriskie Point per citarne solo alcuni). Ma anche amanti, come muse nel corso dei miei incontri. E naturalmente la mia famiglia, questo clan: mio padre, artista genialmente folle e grande poeta della vita, mia madre ispirata dall’armonia dei colori, le mie tre sorelle: una disegnatrice e l’altra attrice/regista. E naturalmente mia nonna Mana, che ha portato molta gioia, allegria e fantasia nella nostra famiglia.”
Cosa la attrae di più dell’Italia, i colori, i paesaggi… ?
“Tutto! A volte mi sento più italiano che francese per il mio spirito caloroso, il mio gusto per l’estetica, la mia attrazione per il passato, la mia inclinazione alla nostalgia felice.”
Qualche accenno alla sua prossima mostra romana presso LdG Art & Patrimoine ?
“Sarà sicuramente presente Kaplan, un viaggiatore immaginario che ho incontrato a Napoli durante la realizzazione della mia nuova serie italiana presentata presso LdG Art & Patrimoine. Spero che riusciremo a riconquistare la bellezza drammatica del Golfo di Napoli, dove mi sono recato appositamente per creare questa mostra romana.”
INFORMAZIONI PRATICHE
Crediti © 2022 testo – Caroline Duperray
LdG Art & Patrimoine