Un laboratorio creativo dedicato all’arte contemporanea e all’interdisciplinarità. Scoprite uno spazio monumentale e ibrido in un palazzo storico romano.
Concepito come uno spazio poliedrico, il Contemporary Cluster è un luogo dedicato all’interdisciplinarità e all’impollinazione di arte, architettura, fotografia, design, arte visiva, sound design, fashion design e molto altro. Ha appena aperto la sua nuova sede a Palazzo Brancaccio, un palazzo costruito a fine Ottocento e immerso nel verde del quartiere Esquilino, una parte di Roma che sta vivendo un momento di rinascita dopo lunghi anni di decadenza.
Un dialogo di rimandi alternati a continui contrasti, tra l’ambientazione storica e il design contemporaneo, l’ambiente sontuoso e il rigore di certe ambientazioni, la luce che inonda gli ambienti e i colori accesi che colorano gli spazi abitativi, i corridoi, le soglie e i passaggi, in una sorta di labirinto incantato.
Diretto da Giacomo Guidi, direttore artistico del Cluster Contemporaneo, la missione di questo laboratorio creativo è di dare alla città un nuovo centro culturale e multidisciplinare che i romani possano fare proprio. Un luogo contemporaneo, un laboratorio di idee e sperimentazione.
Qualche parola per descrivere il Contemporary Cluster?
“Contemporaneo” significa letteralmente “con il tempo”. Il Contemporary Cluster decifra il momento presente, analizza ciò che sta accadendo oggi. Qui adottiamo un atteggiamento fluido, circolare, come il tempo, siamo sempre in movimento”.
Dove siamo?
“Il progetto è cresciuto. Il Cluster Contemporaneo si è trasferito a Palazzo Brancaccio, a due passi dalla Basilica di Santa Maria Maggiore. Abbiamo più spazio, il che ci permetterà di spingere il progetto ancora di più.
Ci sono poche gallerie di questo tipo a Roma, quindi perché avete scelto questa città?
“Roma è una vera sfida per noi. Il Colosseo, la Basilica di San Pietro sono ostacoli alla nascita dell’arte contemporanea a Roma. Infatti, quando si hanno monumenti così imponenti e sublimi in una città, nessuno sente il bisogno di innovare. Il passato storico di questa città è pesante, pesa sulle nostre teste e non favorisce la creazione e la novità. Per me questa città è come un miracolo, ma i romani sembrano aver perso questo atteggiamento proattivo di creare il miracolo, semplicemente perché ci sono immersi ogni giorno”.
La missione del Contemporary Cluster?
“La missione del Contemporary Cluster è di stabilire un contatto tra il passato e il futuro, attraverso il mondo contemporaneo. Mi piace mescolare i generi e le epoche, per esempio esponendo mobili vintage accanto a pezzi di design ultracontemporaneo, o mettendo in dialogo fotografie vintage con quelle di giovani artisti emergenti”.
Come lavorate con gli artisti?
“Il mio compito è quello di capire l’atteggiamento dell’artista, di lavorare in modo collaborativo e di andare con loro. È lo stesso concetto con lo spazio, lavoro con lo spazio e non contro di esso. Penso che la cosa più importante nel mio lavoro sia davvero prendere il tempo per osservare e ascoltare lo spazio”.
Come selezionate gli artisti?
“Prima di tutto c’è molta curatela e ricerca visiva. Nutro il mio occhio anche attraverso mostre, libri, film… Ma devo ammettere che le mie sensazioni giocano un ruolo importante nella selezione degli artisti. Mi piace anche mescolare stili e artisti, il mio lavoro consiste nel creare connessioni tra le opere, nell’immaginare un percorso. Non è un caso che io metta prima una lampada, poi un quadro prima di finire con una scultura… Il mio progetto è quello di mostrare ai visitatori il motivo per cui ho messo insieme questi tre oggetti”.
Sostenete la creazione italiana?
“Certo che sì. Ma la nazionalità degli artisti non ha importanza per me, francesi, tedeschi o italiani, la cosa più importante per me è la qualità del loro lavoro”.
Ha un movimento artistico preferito?
“A volte devo distinguere il mio gusto dal mio lavoro. Per me, mi piace il contrasto tra il barocco e il minimalismo. D’altra parte, quando mi rivolgo al pubblico sviluppo una certa apertura, i grandi movimenti come De Stijl, il Bauhaus, il movimento futurista o anche la metafisica diventano centrali. Ma per me, il design è come un insieme, non distinguo veramente un movimento, perché tutti questi movimenti erano in precedenza movimenti d’avanguardia, questo è vero in tutti i campi, dal design alla letteratura, dall’arte alla musica”.
L’ultimo artista che hai individuato?
“Il designer e artista ceco Tadeas Podracky”.
INFORMAZIONI PRATICHE
Crediti © 2021 testo – Caroline Duperray
LdG Arte & Patrimonio