
“Sono sempre stato affascinato dal delicato rapporto tra luce, colore e forma.”
Colori tenui, linee grafiche delicate, materiali insoliti: benvenuti nel mondo colorato di Giovanni Botticelli.
È nel cuore di Roma che il designer autodidatta ha creato il suo studio omonimo. Lì esplora nuovi materiali. Luce, colore e forma sono alla base del suo pensiero. Giovanni Botticelli è un sostenitore della raffinatezza discreta e utilizza combinazioni delicate di materiali e toni.
Il suo marchio di fabbrica? Gli specchi colorati Equilibrista che lo hanno reso famoso e più recentemente gli specchi Ninfee, frutto della collaborazione con l’artista di fama mondiale Paola Paronetto.
Attento al ciclo di vita del prodotto e innegabile pensatore, Giovanni Botticelli ha costruito uno stile in cui l’idea ha lo stesso spazio dell’estetica. Una ricerca permanente di forma e sostanza caratterizza il suo lavoro. È in quest’ottica che le sue opere sono esposte in fiere di design contemporaneo, recentemente a Napoli, dove Giovanni ha partecipato a Edit Napoli.
Giovanni ci parla delle sue ispirazioni e dei suoi progetti futuri.


Potrebbe descrivere il suo stile in poche parole?
“Riporto qui il testo con cui solitamente descrivo il mio approccio progettuale : “Sono sempre stato affascinato dal rapporto delicato e calibrato tra luce, colore e forma. Lo studio formale non prescinde mai da questi tre elementi. La sintesi avviene attraverso il punto di osservazione da cui presumo che l’oggetto verrà letto, osservato o toccato. Da qui si definisce il prodotto. Che siano prodotti in serie o in edizione, industriali o artigianali, luce-colore-forma sono alla base delle idee progettuali, anche alla base della scelta del tema del progetto. Fondo e confondo mondi formali, metodi di lavorazione, materiali provenienti da aree produttive specifiche anche molto distanti tra loro. Preferisco la delicatezza che richiede uno sforzo di percezione e di apprezzamento”.
Cosa pensa abbia influenzato e plasmato il suo gusto?
“Da bambino ho incontrato due artisti particolari che hanno segnato immediatamente la mia percezione della bellezza, della forma e del colore: Joan Miró e Claude Monet. Poi l’incontro con un materiale specifico ha invece concretizzato il segno dandogli volume: l’acetato di cellulosa dalle sfumature più calde. Infine, l’incontro con il vetro in lastra ha definito tutto attraverso la trasparenza colorata e la linearità.”
Da dove trae ispirazione?
“Di solito dall’arte astratta ma anche dalla corrente minimalista, con particolare attenzione al rigore formale e alla geometria essenziale.”
Un materiale che ha utilizzato di recente?
“In particolare lastre di vetro trasparente e colorato (vetro float) lavorate con processi artigianali tipici o moderni.”
Qual è la sua attuale tavolozza di colori?
“Negli ultimi tempi, ho sviluppato un particolare legame emotivo con un piccolo gruppo di colori: dal blu, nelle sue sfumature più profonde e forti, al verde salvia, dal rosa cipria al bianco sporcato da una piccola quantità di pigmento giallo, fino all’arancione olandese, brillante e forte.”
Qual è il suo movimento artistico preferito e perché?
“Il movimento Arts and Crafts, fondato tra gli altri da William Morris, che ha contribuito a rivoluzionare l’arredamento del XX secolo ed è stato promotore della gioia dell’artigianato e della bellezza della natura. Il senso di responsabilità sociale del designer, la conoscenza del processo produttivo, il rispetto e la centralità della partecipazione dell’autore alla produzione, l’ispirazione fornita dalla natura nelle sue antiche e delicate espressioni. L’importanza fondamentale della decorazione, riflessiva ed emotiva.”


Il luogo culturale dove potrebbe tornare ogni settimana ?
“Il Museo dell’Orangerie, nella sala delle Ninfe di Claude Monet, a Parigi.”
Quale sarebbe il progetto dei suoi sogni?
“Mi è difficile individuare un unico progetto, perché mi piace spaziare e avvicinarmi a temi diversi. Il mio progetto dei sogni è un progetto di vita, che ne racchiude molti: Vorrei poter fare questo lavoro il più a lungo possibile, con un successo positivo dato dalla lunga durata dei prodotti e dal vero apprezzamento degli utenti finali. Se invece dovessi descrivere un progetto specifico: una mostra personale a tema al Museo dell’Orangerie, nella sala de Les Nymphéas di Claude Monet, così com’è oggi, insieme alle grandi opere di Monet riflesse sulle opere in vetro e specchio che immaginerei per l’occasione.”
Qual è il progetto che la occupa maggiormente in questo momento?
“Ci sono più progetti a cui sto lavorando, con temi, materiali e processi produttivi diversi. Uno dei preferiti è l’ampliamento della collaborazione con Paola Paronetto, in vista dell’imminente M&O di Parigi di gennaio.”
Quali sono le ispirazioni legate a questo progetto?
“Il bellissimo lavoro che Paola svolge da anni è una grande fonte di ispirazione. Inoltre, il confronto e il contrasto tra il suo materiale principale, la paper-clay, e le mie lastre di vetro stimola e accende sempre nuove possibilità di progetto.
Condividiamo la tavolozza dei colori, quindi è molto spontaneo e sincero usare il colore nel modo in cui siamo in grado di condividerlo. La geometria rigorosa e nitida del vetro incontra i volumi sempre tipicamente geometrici ma mossi della paper clay.”


INFORMAZIONI PRATICHE
Crediti © 2022 testo – Caroline Duperray
LdG Art & Patrimoine