Zaven, modernità all’italiana.
La storia inizia a Venezia, sulle rive del Mare Adriatico. Rigore e creatività. Questo è il leitmotiv che guida Enrica Cavarzan e Marco Zavagno, fondatori dello studio di design Zaven.
Il duo veneziano incarna la modernità italiana e si è fatto conoscere per l’occhio attento, il gusto spiccato per i materiali e una singolare geometria dello spazio. Insieme, creano pezzi audaci, non convenzionali e decisamente contemporanei.
Noto per la sua ricerca sulla luce, il duo predilige linee geometriche, monocromi, vetro, ceramica e forme tubolari in un’infinità di varianti.
I due designer si trovano all’incrocio di più discipline: design, architettura d’interni, direzione artistica e progettazione grafica. Le loro ultime collaborazioni? La Biennale di Venezia, l’editore danese di tessuti Kvadrat e Palazzo Grassi della Fondazione Pinault.
Un tandem da seguire con attenzione.
Può descrivere il suo stile in poche parole ?
“Ci piace creare diversità attraverso concetti, funzioni, colori, forme e dimensioni, inserendo dettagli unici in segni universali, prendendo energia dalle diverse scale ed interlocutori di progetto.”
Cosa apprezza di più nel suo lavoro: funzionalità, fantasia, forma ?
“Il nostro lavoro si sviluppa investigando l’alchimia giusta tra le tre F, functionality, fantasy, form le consideriamo solamente assieme come in una ricetta di cucina ogni ingrediente va nella dose corretta per ogni diverso piatto,ma anche in cucina, a noi piace personalizzare le ricette.
L’incontro tra forme geometriche è anche un nostro segno distintivo come ad esempio nel progetto Rise, per Zucchetti Kos. Il progetto prendere forma visualizzando un piano che attraversa un volume cilindrico, mirando a ottenere, con un semplice intersecarsi di elementi, il maggior numero di soluzioni possibili. Si ispira al galleggiamento delle barche, alla loro relazione con l’acqua e con i suoi riflessi di luce.”
Può descrivere il suo processo creativo ?
“Venendo da background differenti, il nostro lavoro riflette sempre una stratificazione di diversi input e visioni. La conversazione è alla base della nostra metodologia: aggiungere livelli di idee, ricerche, conoscenza per produrre design e concetti unici. Discutiamo e pensiamo molto guidando in macchina, o nei luoghi, spazi, mercati, città o libri in cui in nostro occhio si apre e riusciamo a vedere lontano .Non abbiamo un luogo preciso dove prendiamo inspirazione o dove la visualizziamo, anche il foglio dove lasciamo le nostre note a volte è bianco a volte colorato a volte a quadretti, non è il dove ma il momento, l’atteggiamento quotidiano di cercare di approfondire qualsiasi cosa vediamo e leggiamo che poi in ogni progetto riaffiora. Lavoriamo molto per immagini, condividendo riferimenti e disegni. Ogni progetto cresce grazie a questi dialoghi e Dune, ad esempio, una collezione di lampade in vetro fuso presentate in occasione di una mostra curata da Maria Cristina Didero al Design Museum di Holon è rappresentativo di questa attitudine. Una ricerca che riporta il vetro in fusione alle sue origini, una particolare e nuova fonte luminosa disegnata per l’oggetto, una sospensione dalla geometrie e tecnologie nuove e una narrazione della luce molto poetica.”
Qual è la vostra tavolozza di colori preferita ?
“Prediligiamo i colori caldi e toni decisi che attivano energie.”
Qual è il suo materiale preferito ?
“Ci piacciono i materiali naturali con coscienza li rispettiamo e li facciamo vedere nella loro bellezza. Amiamo il vetro, la ceramica, i tessuti e la carta, il legno adoriamo quando una persona vede una nostra ceramica e pensa sia legno o viceversa. Come le ceramiche Scoop di Vero, nate dal gesto di un cucchiaio che scava in una vaschetta di gelato, che valorizzano la materia inerte della ceramica da tavola, ma attraverso il cambiamento di scala e l’apertura a possibili utilizzi e combinazioni, tutti ci chiedono incuriositi di che materiale sono !”
Quali sono i suoi progetti attuali ?
“Stiamo lavorando per diverse aziende su diverse scale e progetti, dal disegno del tavolo alla consulenza sulla comunicazione. Dal progetto per un’installazione per una facciata a il disegno di una seduta.”